Comunicato stampa Giornata Nazionale Dialetto

Quantu si santagnelese?
La Giornata Nazionale del Dialetto a Sant’Angelo Romano

di Igor Mandicari

Inaugurazione delle piastrelle smaltate. Da sin. Antonello Massa, Daniela Dominici, Valerio Mozzetta, Marco Giardini, Vincenzo Foresi, Francesco Massa, Giulia Spagnoli, Umberto Calamita. Foto Maria Bellini.

Si è svolto sabato 23 febbraio a Sant’Angelo Romano, in una soleggiata ma ventosissima giornata, l’evento dal titolo “Quantu si santagnelese”. L’iniziativa è stata organizzata dal naturalista e studioso del dialetto e delle tradizioni locali Marco Giardini, organizzatore in passato di diverse altre manifestazioni aventi per oggetto la conoscenza e la valorizzazione del dialetto santangelese oltre che autore, insieme al padre Palmiro, di un libretto di poesie dialettali.

L’iniziativa era inserita tra le manifestazioni della IX edizione della Giornata Nazionale del Dialetto e delle Lingue Locali. Nata con lo scopo di valorizzare e rivalutare i dialetti, sempre meno utilizzati e sempre più a rischio di scomparsa, la Giornata Nazionale del Dialetto è promossa ogni anno dall’Unione Pro Loco d’Italia.

L’evento è iniziato alle ore 16:00 in Piazza XXIV maggio, dove sono state scoperte e inaugurate 16 piastrelle in ceramica smaltata nelle quali sono stati stampati disegni sul paese realizzati nel 2014 dai ragazzi delle scuole medie. Le 16 piastrelle, collocate sulla parete del palazzo comunale che dà su Piazza XXIV maggio, sono state stampate, gratuitamente e in maniera totalmente disinteressata, dall’ex presidente della locale Pro Loco Mario De Luca. L’idea di realizzare queste piastrelle, che risale al periodo in cui è stato realizzato il prezioso itinerario dialettale-storico-artistico nel centro storico del paese, è stata dell’allora Assessore alla Cultura Vincenzo Foresi. Le piastrelle, collocate all’interno di una elegante cornice, sono state scoperte da alcuni degli autori dei disegni, Giulia Spagnoli, Francesco Massa e Valerio Mozzetta, ed inaugurate insieme ad alcuni degli autori dell’itinerario dialettale, Vincenzo Foresi, Marco Giardini e Umberto Calamita, alla presenza dell’assessore ai Servizi Sociali e alla Scuola Daniela Dominici.

Lungo l’itinerario dialettale: sosta in Largo Belvedere. Foto Maria Bellini.

Da Piazza XXIV maggio ci si è quindi spostati allo stupendo castello Orsini-Cesi seguendo una parte del già citato itinerario dialettale-storico-artistico, costituito da un serie di 12 piastrelle in terracotta, recanti proverbi o indovinelli in dialetto santangelese, collocate a ridosso o nei pressi dei monumenti di maggior rilievo del centro storico.

Castello Orsini-Cesi: i saluti del Sindaco Martina Domenici. Foto Giorgio Giardini.

Una volta giunti al castello, dove il gruppo è stato accolto dal Sindaco Avv. Martina Domenici, impegnata in mattinata con un altro convegno e, successivamente, con i danni prodotti nel territorio comunale dal forte vento del primo pomeriggio, i presenti hanno potuto visitare il museo preistorico allestito nelle sue stupende sale, nelle quali sono osservabili notevoli affreschi seicenteschi fatti realizzare da Federico II Cesi, principe di Sant’Angelo, fondatore dell’Accademia dei Lincei, amico di Galileo e botanico di grande valore.

Visita guidata al Museo Preistorico allestito nelle sale dello stupendo Castello Orsini-Cesi. A destra, un po’ in ombra, il Direttore del Museo Fabio Sebasti. Foto Maria Bellini.

La visita è stata guidata dal direttore del museo preistorico Fabio Sebasti, sempre disponibile, che ha illustrato con grande perizia, attraverso i reperti custoditi nel museo, la storia dell’uomo preistorico con particolare riferimento al territorio compreso tra il Fiume Aniene, i Monti Cornicolani e il Tevere. Il compito di illustrare la sala riccamente affrescata del Principe Linceo, personaggio di grande rilievo nella storia delle scienze naturali, è stato affidato a Marco Giardini, naturalista e docente di Scienze Naturali.

I presenti impegnati nell’esecuzione del test di conoscenza del dialetto santangelese. In terza fila, ben visibile quasi al centro della foto, il noto studioso di dialetti italiani Vincenzo Luciani. Foto Maria Bellini.

L’evento clou della manifestazione, che ha coinvolto, divertito e appassionato i presenti, si è svolto nella sala convegni dello stupendo Castello Orsini-Cesi, ed è consistito nella somministrazione di un test, redatto dallo stesso Marco Giardini, che aveva lo scopo di valutare la conoscenza del dialetto da parte dei presenti: tra 4 possibili risposte bisognava indicare il corretto significato di 25 vocaboli dialettali opportunamente scelti. Lo svolgimento del test ha divertito non poco i presenti che hanno potuto confrontarsi e mettere alla prova la loro conoscenza del dialetto santangelese. Delle oltre 40 persone presenti soltanto 33 si sono sottoposte al test, che ha avuto la durata di 10 minuti. La valutazione del test era organizzata in quattro livelli:
21-25 risposte esatte: santagnelese de razza!
16-20 risposte esatte: si santagnelese, ma t’a da repassà qua’e ccósetta…
11-15 risposte esatte: non si santagnelese, ma se tte sforzi ce po’ deventà!
1-10 risposte esatte: forestéru si e foresteru remani!

I risultati del test sono stati incoraggianti, perché ben 27 persone hanno ottenuto punteggi superiori a 16: 14 persone nella fascia 21-25, 13 in quella 16-20. Relativamente alla fascia 21-25 su 14 persone 12 sono vissute sempre a Sant’Angelo e 8 di queste sono nate da genitori entrambi santangelesi. Le altre due persone, originarie di altri paesi del Lazio, vivono a Sant’Angelo da più di 20 anni. 9 persone su 14 avevano un’età maggiore di 50 anni. Anche nel caso dei 13 della fascia che ha totalizzato 16-20 punti la maggior parte (10) era costituita da persone vissute sempre a Sant’Angelo con 1 o entrambi i genitori santangelesi. Anche in questo caso oltre la metà aveva un’età superiore ai 50 anni, ma in questa fascia si è rilevato un aumento della percentuale di persone più giovani (compreso il più giovane partecipante, nato nel 1992). Tra i 4 della fascia 11-15 compare un solo santangelese, mentre gli altri 3 erano persone nate altrove da genitori non santangelesi, ma residenti a Sant’Angelo da almeno 10 anni. I due della fascia più bassa erano effettivamente forestieri di passaggio che si sono cimentati con il test per puro divertimento. Insomma si può certamente dire che il test abbia fornito buoni risultati e si sia rivelato abbastanza attendibile. Anche il Sindaco, anche se con una certa apprensione iniziale, si è cimentato con il test, i cui risultati si sono invece rivelati più che soddisfacenti.

Angelo Mozzetta mentre recita una delle poesie in dialetto santangelese scritte dal padre Checchino. Foto Giorgio Giardini.

Prima e dopo il test alcuni poeti dialettali locali, gli stessi Marco e Palmiro Giardini, Angelo Mozzetta e Bruno Morelli, hanno ulteriormente vivacizzato la manifestazione con alcune loro poesie edite ed inedite. Angelo Mozzetta, alla lettura di una sua poesia inedita, ha aggiunto quella di una delle poesie del padre Checchino, pubblicate un paio di anni fa in un opuscolo a cura di Marco Giardini.

Tutta la manifestazione, dall’inaugurazione delle ceramiche smaltate alla somministrazione del test, è stata seguita con attenzione da un’ospite di riguardo: Vincenzo Luciani. Noto poeta e studioso di dialetti, più volte ospite del paese, Luciani è stato l’autore di una delle più complete ricerche sui dialetti dei 121 paesi della provincia di Roma. Direttore, nonché fondatore nel 2002, del centro di documentazione per la poesia dialettale “Vincenzo Scarpellino” (che vanta un patrimonio di oltre 3000 volumi), è stato, ed è tuttora, il promotore di innumerevoli iniziative per la salvaguardia e la valorizzazione dei dialetti italiani.

I poeti dialettali e studiosi del dialetto santangelese Palmiro (al centro) e Marco Giardini (sulla sinistra). Foto Maria Bellini.
Il poeta dialettale locale Bruno Morelli. Foto Giorgio Giardini.

In conclusione si può certamente affermare che quella del 23 febbraio sia stata una serata fuori dal comune, nel corso della quale, in maniera allegra e divertente, si è cercato di far conoscere e valorizzare le ricchezze materiali e immateriali del paese, sistematicamente sottovalutate, e di stimolare la cittadinanza alla riscoperta delle proprie radici. Tutto ciò nella speranza che iniziative come questa possano contribuire a far riaccendere nell’animo dei santangelesi l’amore per il proprio paese e la voglia di riscoprire e conservare le proprie tradizioni e la propria cultura, di cui il dialetto è l’elemento identitario per eccellenza.