Grande successo di “Vaneggiamenti… santagnelisi!”

Sabato 10 settembre a Sant’Angelo Romano la presentazione del libro di poesie in dialetto santangelese di Palmiro e Marco Giardini

Igor Mandicari – 15 settembre 2016

Sabato 10 settembre 2016 alle ore 18.30  si è svolta, presso la stupenda sede del castello Orsini Cesi di Sant’Angelo Romano, la presentazione del libro “Vaneggiamenti… santagnelisi! Poesie in dialetto santangelese” di Marco e Palmiro Giardini. Il volumetto, di poco più di cinquanta pagine, stampato grazie al contributo della Nuova Pro Loco Sant’Angelo Romano e del Comune di Sant’Angelo Romano, ospita 22 poesie in dialetto santangelese, 11 per ciascun autore, ed è impreziosito da altrettante divertenti illustrazioni realizzate da Daniele e Monica Giardini. E’ dedicato a Diana Del Pio, moglie di Palmiro e madre di Marco, scomparsa all’inizio di quest’anno dopo una lunga malattia.

Da sinistra: Mario De Luca (Presidente Pro Loco), Martina Domenici (Sindaco Sant'Angelo Romano), Marco Giardini (uno degli autori del volume), Vincenzo Luciani (giornalista, poeta e scrittore)
Da sinistra: Mario De Luca (Presidente Pro Loco), Martina Domenici (Sindaco Sant’Angelo Romano), Marco Giardini (uno degli autori del volume), Vincenzo Luciani (giornalista, poeta e scrittore)

Alla presentazione, malgrado il maltempo, ha partecipato quasi un centinaio di persone, molti santangelesi ma molti anche dai paesi vicini. Come sottolineato dagli autori “la pubblicazione di questo libro, privo di velleità artistiche o letterarie, vuole essere semplicemente un contributo alla conoscenza, alla valorizzazione e alla conservazione del dialetto di Sant’Angelo Romano, soprattutto in considerazione della scarsa letteratura dialettale santangelese ad oggi esistente”. Le poesie pubblicate restituiscono, nel complesso, uno spaccato della società santangelese delle ultime 4 decadi, dipingendo situazioni, descrivendo abitudini, persone e tradizioni di questo piccolo centro abitato cornicolano.

 

Da sinistra: Vincenzo Luciani, Giardini Palmiro durante la lettura di una poesia, Marco Giardini
Da sinistra: Vincenzo Luciani, Giardini Palmiro durante la lettura di una poesia, Marco Giardini

Ha aperto la serata il Sindaco di Sant’Angelo Romano, avvocato Martina Domenici, che ha calorosamente ringraziato gli autori per essere stati “capaci di condensare nelle pagine di questo libro, poesia, tradizioni, nostalgie e orgoglio del nostro Sant’Angelo Romano” sottolineando l’importanza che rivestono pubblicazioni di questo tipo per la salvaguardia e la valorizzazione della cultura di una comunità. Ha quindi preso la parola il Presidente della Nuova Pro Loco Sant’Angelo Romano, Mario De Luca che, ribadendo l’importanza della salvaguardia del dialetto, ha ricordato le iniziative intraprese a questo scopo dalle Pro-Loco italiane, quali ad es. la Giornata Nazionale del Dialetto, organizzata a gennaio di ogni anno dall’UNPLI (Unione Nazionale Pro Loco d’Italia) e chiuso il suo intervento affermando che “è solo attraverso il Dialetto che si esprime l’Identità più vera delle genti e del loro rapporto con il territorio che abitano, perché chi parla il proprio dialetto è padrone di tutta la sua realtà”. E’ quindi intervenuta la dott.ssa Ilaria Forte, dialettologa, che ha illustrato con grande competenza e sintesi le principali caratteristiche dei dialetti dell’area mediana. La parola è quindi passata al prof. Umberto Calamita, giornalista e scrittore, persona di grande impegno sociale soprattutto nei campi dell’educazione ambientale e della tutela della natura, il quale ha sottolineato come il dialetto sia strettamente legato all’evoluzione della società che lo parla, modificandosi parallelamente ad essa. Ha egregiamente ed elegantemente svolto il ruolo di presentatore e moderatore l’impeccabile Vincenzo Luciani, giornalista, promotore culturale, editore, poeta e scrittore, personaggio ben noto in ambito dialettologico per il suo monumentale lavoro di ricerca sui dialetti dei 121 paesi della Provincia di Roma e per le innumerevoli iniziative intraprese per la conoscenza, la valorizzazione e la salvaguardia dei dialetti. Questa sua multiforme e intensa attività gli ha valso, quest’anno, il premio speciale alla carriera nell’ambito dell’ottava edizione del premio internazionale di poesia Don Luigi Di Liegro. Nel commentare il libro Vincenzo Luciani ha giudicato molto positivamente l’opera, elogiando le capacità di caricaturista di Palmiro e la chiarezza espositiva di Marco mettendo inoltre in evidenza che la sua passione per le Scienze naturali (Marco è naturalista e docente di Scienze naturali) traspare dalle sue poesie. Ha inoltre apprezzato molto le simpatiche illustrazioni di Daniele e Monica (figli di Marco e nipoti di Palmiro) che alleggeriscono e impreziosiscono il libro. Ha infine invitato entrambi gli autori a leggere alcuni dei loro brani. L’unica critica è stata riservata al titolo dato che, secondo Luciani, i testi contenuti sono tutt’altro che “Vaneggiamenti…”.

I Rattattuju in formazione ridotta. Da sinistra: Manolo Cornacchia, Giorgio Giardini, Alessio Dell'Armi
I Rattattuju in formazione ridotta. Da sinistra: Manolo Cornacchia, Giorgio Giardini, Alessio Dell’Armi

Hanno rallegrato la serata, con le loro vivaci canzoni, alcuni rappresentanti del gruppo reggae santangelese dei Rattattuju: Alessio Dell’Armi, Manolo Cornacchia e Giorgio Giardini (l’altro figlio di Palmiro), che ha anche curato l’impaginazione del volume, fatto pertanto tutto in famiglia.

Alla fine della manifestazione Vincenzo Luciani ha integralmente letto la lettera inviata da Anna Longo, giornalista culturale, vice caporedattore Cultura e Spettacoli del Giornale Radio Rai e Radio 1, che si è scusata per non aver potuto partecipare. Nella lettera, a tratti emozionante, Anna Longo considera una vera “gioia vedere uniti insieme attorno a un progetto culturale padre, figlio e nipoti, a dimostrazione del fatto che il dialogo tra generazioni è possibile” e considera che il volume sia “un esempio perfetto di come si può tenere insieme lievità e profondità, ricerca filologica e divertimento, dettagli e contesto”. Afferma inoltre che nel libro si legge di “Beni ambientali da proteggere, beni monumentali da salvare, e beni immateriali da apprezzare e tramandare. In questo senso il dialetto ci serve, per riconoscerci, per ancorarci ai nostri luoghi, per non diventare tutti uguali. Senza retorica e senza le chiusure di chi fa dell’identità un’ideologia, ma con l’eleganza e la consapevolezza che troviamo in questo libro.” Insomma, conclude Anna Longo, altro che “Vaneggiamenti”! Questi versi leggono con estrema lucidità il reale. Santagnelisi però sì, tanto, con gusto e passione.”

Fatto in famiglia anche il gradito rinfresco finale, realizzato in gran parte con cibi fatti in casa dalle donne della famiglia, Maria, Sandra e Italia.