Sant’Angelo Romano fa rete 2

La Provincia di Roma prevede per le zone rurali e protette che si snodano tra i territori limitrofi alla capitale


Sant’Angelo Romano fa rete

La Provincia di Roma prevede per le zone rurali e protette che si snodano tra i territori limitrofi alla capitale un corridoio verde, ovvero una sorta di anello che le congiungerà e salvaguardandole da eventuali abusi edilizi e altri tipi di speculazioni. Questo è stato il punto di partenza per la conferenza “S. Angelo Romano fa rete”, tenutasi sabato 21 marzo presso il castello del paese, in cui sono stati trattati i temi della riqualificazione e salvaguardia delle aree protette, dei beni archeologici e ambientali di tutto il territorio Tiberino – Cornicolano.

Dopo la presentazione di Silvia Magna e Sabatino Leonetti, vice presidente del Consiglio Provinciale di Roma, vari esperti hanno esposto questioni inerenti al territorio col coordinamento di Anna Longo (giornalista di Radio Rai). Marco Giardini, oltre alla ricchezza ambientale del territorio ha parlato della sua crescente “frammentazione” tra le aree urbanizzate della provincia; Corrado Battisti (Assessorato Ambiente e Provincia di Roma) ha sottolineato la necessità di un corridoio verde che permetta lo spostamento delle specie che si sono sviluppate nei territori che ci circondano, che altrimenti rischiano di rimanere isolate ed estinguersi. Zaccaria Mari (Sovraintendenza dei Beni Archeologici del Lazio) ha esposto la necessità di rilanciare il museo di Sant’Angelo, mettendolo in una rete insieme a quello di Palombara e altri della provincia, ampliandolo con i ritrovamenti di epoca romana e coinvolgendo il pubblico a visitarlo. E’ con l’esposizione delle Tavole del Piano Territoriale della Provincia di Roma di Luciano Meloni (WWF) che si approfondisce il problema delle aree protette sempre più assediate dall’urbanizzazione e meno tutelate dalle amministrazioni competenti.

Il documentario di Pippo Cappellano sul Pozzo del Merro, la voragine carsica più profonda del mondo ( 392 m ) , mostra la varietà specie rarissime che vi si sono sviluppate e la necessità di salvaguardare un simile patrimonio. E’ intorno al problema della protezione del territorio rurale che verte la parte finale della conferenza in cui Umberto Calamita, Alessandro Leon e Renzo De Lucia parlano di come riqualificare la provincia a nord-est di Roma. Emerge la necessità di regolamentare “l’urbanizzazione selvaggia” che attanaglia la provincia a nord della capitale, salvaguardando tutta la zona rurale, in cui deve essere impedito qualunque tentativo di urbanizzazione in primis a chi vi risiede, sollecitando una cultura del rispetto anche negli abitanti locali. Si propone un modello di un’emancipazione economica che permetta una migliore gestione dei patrimoni archeologici tramite lo sviluppo di un sistema integrato tra le attrattive turistiche-culturali dei comuni intorno a Tivoli investendo anche in strutture che possano ospitare i visitatori, incentivandoli non solo a gite giornaliere.

Alla conferenza ha partecipato anche il Comitato Monte Gennaro Senza Antenne esponendo una provocatoria mostra fotografica sull’inquinamento ambientale.

Un pomeriggio all’insegna delle norme per salvaguardia della provincia rurale, dei tesori che racchiude e di proponimenti su una migliore gestione di queste risorse di cui, ci si augura tra molti dei partecipanti, che le prossime amministrazioni locali sappiano tener conto.

Flavia Ciamarone

Fonte: quindicinale gratuito XL