Uno studio sul Pozzo del Merro


La Provincia ha promosso una campagna di ricerche scientifiche per studiare e tutelare al meglio la cavità carsica allagata dalle caratteristiche da record: è la più profonda esistente al mondo.

La Provincia promuove una campagna di ricerche. Un progetto scientifico per il Pozzo del Merro

Il pozzo del Merro: un gioiello della natura da conoscere e tutelare’. Questo il tema del convegno che si è tenuto di recente a Palazzo Valentini, presso la sede della Provincia di Roma. Un’occasione per illustrare lo stato delle conoscenze e riflettere sugli interventi di tutela per la cavità carsica allagata più profonda del mondo, un monumento geologico unico, ricco di cavità che scendono nelle viscere della terra per centinaia di metri, con un’infinità di diramazioni, gallerie e grotte laterali, praticamente sconosciuto ai più, situato nell’area protetta integrale di Macchia del Barco e Macchia di Gattaceca, nel territorio di Sant’Angelo Romano.
Il pozzo del Merro è stato oggetto, alcuni anni fa, di una ricerca idrogeologica durante la quale il Nucleo Sommozzatori dei Vigili del Fuoco raggiunse in due tentativi d’immersione la profondità di – 310 metri e di – 392, attuale limite conosciuto di ‘sinkhole’. Poco si sa della struttura intima e della comunità biotica che lo abita e non è nemmeno mai stata approfondita la particolarissima ecologia delle biocenesi presenti in superficie a diretto contatto con lo specchio d’acqua e nelle forme quasi strapiombanti della dolina. Proprio per dare una riposta a questi interrogativi la Provincia di Roma e la rivista specializzata ‘Mondo Sommerso’, con il supporto logistico degli uomini e dei mezzi della scuola del Corpo Forestale dello Stato di Cittaducale, hanno varato un imponente programma di ricerca scientifica multidisciplinare, il ‘Merro Scientific Project’. Il progetto si propone l’obiettivo di indagare la biocenosi (la comunità dei viventi) del pozzo, le sue strutture biotiche e le relazioni di dipendenza che legano l’una alle altre con l’intento di conoscere finalmente e in maniera approfondita i segreti in esso contenuti per permettere una gestione dell’area protetta ancora più accorta ed efficace.
Laura Leone

Fonte: La Voce del N-E Romano del 18 aprile 2008 – pag. 5