Caso Di Pietro


I media discutono ancora sul caso del nostro assessore all’urbanistica Umberto Di Pietro.
Questo articolo è stato pubblicato a maggio 2007 dal mensile “La Voce Democratica”

E’ il parere del prefetto di Roma Achille Serra. Che però viene ignorato

Assessore qua e consigliere là. Non si può

Il “fenomeno” in alcuni Comuni della provincia. Il caso di Sant’Angelo Romano

IN PIU’ DI un Comune della provincia di Roma ci sono assessori che non potrebbero fare gli assessori, secondo quanto sostengono consiglieri comunali dell’opposizione. Sarà davvero così? La questione riguarda assessori “esterni”, cioè persone non elette nei consigli comunali di quei Comuni ma “chiamati” dai sindaci a ricoprire incarichi di Giunta. Un sindaco può chiamare chi vuole a far parte della sua Giunta, purché eleggibile (anche se non è stato eletto o addirittura non ha partecipato a competizioni elettorali) nello stesso Comune. Il problema si porrebbe quando l’assessore “esterno” è consigliere in un altro Comune. Dovrebbe scegliere: o assessore o consigliere. Ma in più di un Comune non si sceglie, appellandosi a diverse interpretazioni delle norme legislative in materia. Ci sono state anche interpellanze parlamentari “pro” e “contro”. Un caso, quello di Sant’Angelo Romano, avrebbe dovuto chiarire tutto. Lì (dove l’assessore “esterno” all’Urbanistica Umberto Di Pietro è anche consigliere comunale a Guidonia Montecelio) è intervenuto il prefetto di Roma, Achille Serra, chiedendo al sindaco di revocare l’incarico all’assessore perché “incompatibile”. Ma anche il chiarimento prefettizio non è servito. E’ passato un anno e l’assessore è sempre al suo posto. Anzi: ai suoi due posti. “La vicenda della incompatibilità di Umberto Di Pietro – dice Rino Mattei, ex sindaco, oggi capogruppo di opposizione in consiglio comunale – è stata sollevata la prima volta sei anni fa. Ho persino fatto un esposto alla Procura della Repubblica per cercare di superare l’illegale e ostinata posizione dell’amministrazione comunale. Ma nulla si è mosso. Tanto che, nonostante una precedente chiara nota della Prefettura di Roma (precedente all’intervento del prefetto Serra ricordato prima, ndr), dopo un periodo di commissariamento e dopo nuove elezioni a Sant’Angelo Romano e a Guidonia Montecelio l’amministrazione comunale ha riproposto incompatibilmente il Di Pietro alla responsabilità dell’Urbanistica. Adesso, dopo la chiara e definitiva decisione del Prefetto di un anno fa si pone un problema di estrema gravità: il ruolo di chi deve vigilare quando enti locali praticano atti antidemocratici, abusi, illegalità all’insegna dell’arroganza e della prepotenza”. Quello di Sant’Angelo Romano non è l’unico caso di assessore da una parte e consigliere comunale dall’altra. Gli interessati appartengono a schieramenti politici diversi (An e Ds), e molti cittadini, amareggiati, concludono: “Evidentemente una illegalità ciascuno non fa male a nessuno”. E si tira avanti. Ma c’è un altro grave problema che solleva Rino Mattei: quello della legittimità degli atti amministrativi compiuti da chi non li poteva compiere.
Marco Barona

Caro sindaco, mandalo via entro dieci giorni

ECCO IL TESTO della lettera inviata dal prefetto di Roma, Achille Serra, al sindaco di Sant’Angelo Romano:
“Si fa riferimento alla numerosa corrispondenza relativa alla questione dell’incarico di assessore esterno dal 21 giugno 2004 al signor Umberto Di Pietro, che a seguito alle ultime consultazioni amministrative, svoltesi il 3-4 aprile 2005, riveste dall’11 maggio 2005 anche la carica di consigliere comunale presso il Comune di Guidonia Montecelio. Nel richiamare nuovamente l’attenzione sulle ultime posizioni giurisprudenziali e ministeriali in materia e sulla sussistenza della causa di incompatibilità dell’assessore Di Pietro che, nella fattispecie, deve essere rimossa dall’ente presso il quale viene ricoperta la carica assessorile, si comunica che, su conforme avviso del Ministero dell’Interno e dell’Avvocatura Generale dello Stato, la S. V., in qualità di Sindaco dell’Ente, cui è direttamente imputata la responsabilità sulla legittima composizione dell’organo, da Lei stesso nominato, debba procedere autonomamente, alla revoca dell’incarico in argomento. Pertanto nel rappresentare l’obbligo al rispetto della normativa vigente, la S. V. dovrà, entro il termine di dieci giorni dalla ricezione della presente comunicazione, provvedere alla revoca dell’incarico assessorile assegnato al signor Umberto Di Pietro. In caso di mancata ottemperanza a tale diffida, questa Amministrazione si vedrà costretta a segnalare la questione alle competenti Autorità per i provvedimenti ritenuti del caso”.
Questa lettera è datata 8 giugno 2006. Le parole del prefetto non sono state prese in considerazione.

Fonte: mensile La Voce Democratica