Blitz dei Nas, scoperte due case di riposo sovraffollate e comunicanti

Nelle strutture c’erano 25 ospiti in più del previsto: anziani assiepati in stanze triple e senza servizi igienici

15 Marzo 2024

A giudicare dai numeri, gli ospiti vivono serenamente e i parenti ne sono felici.

Il problema è che di ospiti ce ne erano in un numero superiore a quello autorizzato, che più di qualcuno dormiva in una “tripla” e che il personale a disposizione era insufficiente.

Lo hanno scoperto i Carabinieri per la tutela della salute N.A.S. di Roma durante un’ispezione all’interno di due comunità alloggio per anziani di via Palombarese nel territorio del Comune di Sant’Angelo Romano.

Si tratta di due strutture sulla carta distinte, in pratica comunicanti e gestite dalla medesima società.

Il caso emerge dalle ordinanze numero 5 e numero 6 firmate ieri, giovedì 14 marzo, dalla responsabile dell’Area Tecnica Maria Cecilia Proietti.

Coi provvedimenti il Comune di Sant’Angelo Romano ha ordinato l’immediata cessazione delle attività oltre il limite consentito ed il ripristino delle condizioni autorizzatorie entro venti giorni, trascorsi i quali i permessi verranno sospesi e le strutture chiuse.

L’ispezione dei Nuclei Antisofisticazione e Sanità dell’Arma nelle due case di riposo per anziani risale a giovedì 7 marzo.

Durante il controllo i militari hanno accertato che le due strutture erano originariamente adibite ad hotel e a ristorante, tant’è che oggi hanno un unico cancello d’ingresso e sono comunicanti attraverso una porta con apertura tramite un codice di sblocco.

Dall’ispezione è emerso un sovrannumero di ospiti rispetto a quanto autorizzato.

In particolare, nel 2014 l’ex albergo era stato autorizzato dal Comune di Sant’Angelo Romano per ospitare 51 anziani autosufficienti o parzialmente autosufficienti, ma i Nas ne hanno trovati 69, ben 18 “nonni” in più del previsto.

Controllando le 30 camere distribuite su tre piani, i militari ne hanno scoperta una da tre posti letto in violazione a quanto disposto dalla normativa regionale che prevede stanze singole o doppie con superficie minima rispettivamente di 12 e 18 metri quadrati con letti posizionati in modo da consentire in maniera autonoma un agevole passaggio e accesso anche da parte di ospiti su sedia a ruote così come i bagni devono permettere una facile e comoda fruizione dei sanitari.

Dall’ordinanza numero 5 emergono inoltre una serie di altre irregolarità.

Innanzitutto al primo piano dell’ex albergo adibito a casa di riposo esiste una cucina dove avviene soltanto lo sporzionamento dei pasti. E nella stessa cucina e nella dispensa per gli alimenti sono stati rinvenuti alcuni medicinali per le terapie dei “nonni”.

Tra l’altro, secondo i carabinieri, i Piani di Assistenza Individuale (PAI) erano aggiornati al 2020 e il responsabile della struttura non detiene i requisiti.

Privi dei requisiti anche i servizi igienici.

A giudicare dall’ordinanza numero 6 firmata ieri dalla responsabile dell’Area Tecnica Maria Cecilia Proietti, l’altra casa di riposo non stava messa meglio.

Dal 2018 quello che un tempo era il ristorante dell’hotel era stato infatti autorizzato a casa di riposo per 18 ospiti, ma i militari ne hanno trovati 25, ben 7 in più del previsto che sommati a quelli in eccedenza nella struttura adiacente fanno un totale di 25 “nonni”.

Durante l’ispezione è stato accertato che delle 11 stanze al piano terra, due erano senza servizi igienici, quasi la metà sprovviste di doccia. Inoltre è stata trovata una cucina che in realtà era a servizio di entrambe le case di riposo.

Anche nell’ex ristorante adibito a casa di riposo il responsabile di struttura era privo dei requisiti, il personale non era in numero sufficiente.

Nelle due ordinanze emesse ieri il Comune di Sant’Angelo Romano impone al titolare delle strutture di ripristinare sia le condizioni previste dalle autorizzazioni che le condizioni urbanistico-edilizie, igienico-sanitarie, di funzionalità e sicurezza, nonché a provvedere ad una rimodulazione dell’organizzazione sia in termini di responsabili delle strutture sia in termini di personale, entro e non oltre entro venti giorni dalla notifica, trascorsi i quali le comunità alloggio per anziani verranno chiuse.

Le ordinanze comunali perderanno efficacia dopo l’accertamento della rimozione delle cause che l’hanno determinato e comunque dopo l’eventuale sopralluogo dell’ufficio competente dell’Asl Roma 5.

Fonte: sito di informazione locale Tiburno.tv