Le stranezze dei bandi pubblici


In un momento di crisi come quello attuale in molti cercano soluzione al disagio provocato dalla disoccupazione dilagante attraverso i bandi degli enti locali che, non potendo assumere a causa delle restrizioni imposte da Governo nazionale e Regioni si barcamenano allegramente attraverso avvisi pubblici pubblicati sulla Gazzetta ufficiale o sui siti internet.


A volte è illuminante scorrere le pagine elettroniche che riportano i testi degli avvisi pubblici, in modo particolare se si scorrono bandi relativi ai servizi sociali emessi dalle Asl e dai Comuni a scadenza annuale o per iniziative sperimentali.
Sarebbe lecito supporre che, se il servizio messo a bando è identico a quello scaduto, le modifiche della gara dovrebbero essere minime, in modo particolare quando si tratta di consentire la partecipazione. E se esse ci sono, dovrebbero consentire una partecipazione più estesa, in modo da poter acquisire una maggiore pluralità di offerte economiche e tecniche e quindi poter scegliere in un panorama più vasto per il bene del cittadino.
Allo stesso modo un bando pubblico dovrebbe essere visibile a lungo per raggiungere più soggetti interessati e favorire la partecipazione. Sembra evidente però che la linea di condotta degli enti pubblici locali vada in direzione opposta, in modo da suscitare sospetti e ricorsi giudiziari che rischiano di bloccare i procedimenti.
Tre esempi evidenti, segnalati in redazione, riguardano Tivoli, Sant’Angelo Romano e la Asl RMG.
Per quanto riguarda la città tiburtina la gara che ha suscitato clamore è stata quella relativa all’assistenza domiciliare che ha visto gli operatori in servizio manifestare più volte sotto il palazzo comunale. Il timore di una decurtazione delle ore di lavoro e dello stipendio a causa di un bando che aumentava inspiegabilmente, a parità di ore, il numero degli operatori impiegati è ancora presente nonostante la graduatoria sia già stata pubblicata ed il sindaco Gallotti si sia impegnato pubblicamente a garantire i livelli retributivi.
Per la cronaca la migliore offerta è risultata quella del Consorzio di cooperative sociali Val Comino (sono ben 17 le cooperative consorziate) con un costo orario ponderato di 17,52 euro con un importo complessivo di 4.462.638.34 euro per i 3 anni dell’appalto.
Un avviso pubblico fantasma invece è apparso sul sito della Asl Rm G per soli cinque giorni (dal 23 al 28 maggio 2012) ed ha riguardato “la Presentazione di proposte progettuali per la riabilitazione di minori disabili” destinate ad abbattere le liste di attesa che vedono la presenza di 185 pazienti. Uniche a poter partecipare le strutture di volontariato o le Onlus senza nemmeno l’obbligo di essere iscritte nell’albo regionale delle associazioni di volontariato, cosa che offre notevoli garanzie.
Terzo bando da evidenziare è quello emesso dal comune di Sant’Angelo Romano per la gestione della scuola dell’infanzia comunale anno 2012/13, in questo caso è saltata agli occhi la modifica che ha eliminato dalla partecipazione le associazioni di volontariato o senza fini di lucro. Fino all’anno precedente tali associazioni potevano partecipare tranquillamente, da quest’anno sono escluse. Giova ricordare che lo scorso anno il bando è stato assegnato proprio ad una cooperativa neonata.
Lascia perplessi quindi la facilità con cui gli enti pubblici ed i politici che li gestiscono che dovrebbero garantire trasparenza e onestà, determinino a piacere chi possa avere diritto a partecipare ad una gara per la gestione di servizi destinati al pubblico e pagati con i soldi dei cittadini.
Quali possono essere i motivi per cui a Sant’Angelo Romano si valutano adatte solo le cooperative sociali per accudire i bambini ed invece la Asl RmG ritiene idonee solo le Onlus per occuparsi di riabilitazione?
Non sarà che nelle gestioni degli enti pubblici alcuni politici continuano ad ingerirsi pesantemente e le esclusioni servono a tutelare qualcuno a discapito di altri?

Gianni Innocenti

Fonte: quindicinale gratuito XL del 13/09/2012 – pag. 7