Bombe a Gattaceca

Mentana. Bombe d’artiglieria fatte brillare nel bosco di Gattaceca


Un deposito di armi che potevano esplodere è stato rinvenuto nei giorni scorsi all’interno del bosco di Gattaceca, poco distante da via Moscatelli. Appena di fronte alle case sequestrate del residence Selva, a pochi metri dalla bretella Fiano-San Cesareo. Gli artificeri dell’Esercito sono arrivati a Mentana per far brillare gli ordigni con delle operazioni a più riprese che hanno visto coinvolti per la sicurezza anche i carabinieri della locale stazione e i volontari della Croce Rossa.
Si tratta di uno dei ritrovamenti più importanti degli ultimi anni nella zona, dopo la bomba da mille libbre fatta brillare a Fiano Romano meno di un anno fa. Non sono i primi ordigni che vengono ritrovati all’interno del bosco di Gattaceca.
Durante la Seconda Guerra Mondiale a Sant’Angelo Romano c’era una base tedesca, mentre a Mentana e Monterotondo gli americani insieme agli italiani. Dunque la presenza di ordigni americani lascia presumere delle battaglie vere e proprie o dei ricoveri, nell’ultima fase del conflitto in ritirata o avanzata.
In mezzo al bosco ovviamente era facile occultare e recuperare viveri o acqua. Oggi il posto è frequentato da chi ama fare le passeggiate, jogging, raccogliere funghi, andare in bici e i circa dieci ordigni erano ammassati in una specie di cratere con il rischio che qualcuno li potesse calpestare inavvertitamente e far esplodere.
Dopo la segnalazione arrivata al comandante dei carabinieri Angelo Sgueglia, sono iniziati i sopralluoghi, insieme agli artificieri dell’Esercito e al maresciallo capo Andrea Fagiani, che ben conosce il territorio, essendo residente in zona.
«Gli ordigni erano accatastati come se fosse un piccolo deposito che serviva come santa barbara dei pezzi di artiglieria americani – spiega Fagiani – tutti proietti d’artiglieria inesplosi calibro dai 75/105/155 millimetri di diametro. Probabilmente c’era una base di occultamento di mezzi e uomini. Non è il primo ritrovamento a Gattaceca, dove probabilmente ci sono state delle vere e proprie battaglie. Grazie alla segnalazione del comandante Sgueglia e il lavoro di squadra è stato possibile far brillare gli ordigni e mettere in sicurezza l’area. Altrimenti ci sarebbero potuti essere problemi per l’incolumità pubblica. L’esplosione avrebbe avuto un effetto molto forte, visto che i residui bellici erano accatastati tutti insieme».
Le operazioni sono andate avanti per diversi giorni e sono terminate lunedì 7 novembre. Hanno partecipato gli artificieri dell’Esercito, coordinati dal maresciallo capo artificiere Andrea Fagiani. Il cordonamento e l’incolumità pubblica è stata affidata all’intervento dei carabinieri di Mentana diretti dal maresciallo Angelo Sgueglia, mentre l’attività sanitaria nei diversi brillamenti alla professionalità dei volontari della Croce Rossa Italiana di Fonte Nuova, coordinati dal responsabile Marcello Fabriani. Le operazioni sono state svolte nel rispetto delle norme di sicurezza e del protocollo, grazie alla lavoro di squadra tra i vari corpi.

Fonte: Tiburno TV