La fine della democrazia


Abbiamo ricevuto un appello accorato quanto allarmante da un esponente dell’opposizione in consiglio comunale di Sant’Angelo Romano che pubblichiamo volentieri.



La fine della democrazia inizia con l’ignavia delle istituzioni

Caro lettore, sono Roberto Cornacchia, ultimo segretario della sezione dei Democratici di Sinistra di Sant’angelo Romano, ora Partito Democratico, e consigliere comunale di opposizione dal 2004.

Dopo oltre tre anni passati in prima fila nella vita politico-amministrativa del mio paese colgo l’opportunità che mi è stata concessa da questo sito, che ringrazio, per tracciare un bilancio.

Assumendo la guida della sezione, che nel 2004 si divise in due liste favorendo la riconferma dell’amministrazione di destra Gabrielli-Di Pietro, raccolsi una pesante eredità politica; compagni e amici disgregati da diverse valutazioni politiche.

Da allora il nuovo gruppo dirigente dei DS ha tessuto una fitta rete di relazioni con le associazioni culturali del nostro paese; tutta la sezione si è prodigata per informare i cittadini con il volantinaggio porta a porta; abbiamo organizzato campagne elettorali e promosso raccolte di firme; ci siamo impegnati per favorire la nascita e la crescita di comitati cittadini; abbiamo creato un sito internet e, infine, abbiamo fatto emergere un gruppo di ragazzi che ha costituito la Sinistra Giovanile. In sostanza, abbiamo aperto il partito alla società civile facendo circolare le notizie e rendendole di dominio pubblico.

Questo nuovo percorso che ci ha condotto alla costituzione del Partito Democratico è stato arricchito dalla riedizione, dopo 18 anni, della Festa de l’Unità: tre giorni ricchi di appuntamenti che hanno visto la partecipazione dell’assessore all’urbanistica della Regione Lazio Massimo Pompili, che ha colto l’occasione per fare alcune importanti precisazioni riguardo gli strumenti urbanistici.
“Per prima cosa”, ha sottolineato Pompili nel suo intervento, “l’amministrazione comunale ha perso l’occasione per approvare il nuovo PRG in 210 giorni non approfittando della Legge Pompili in vigore dal 1 gennaio 2006 al 30 giugno 2007 – il comune non ha trasmesso il nuovo PRG in Regione -. Oggi, se si vuole approvare una variante al PRG, parziale o generale che sia, bisogna rifarsi alla vecchia normativa del 1942 (tempi medi di approvazione sette anni); la Legge Pompili potrà essere nuovamente applicata quando verrà approvato il Piano Territoriale Provinciale, non ancora adottato.
Altro aspetto importante, in una zona dove vi è un alto tasso di abusivismo edilizio, riguarda l’attuazione della L.R. n. 28/1980 per il recupero dei nuclei abusivi: è una variante a tutti gli effetti e di conseguenza deve seguire lo stesso iter procedurale, Legge 1150 del 1942; non ci sono scorciatoie”.
Oltre al vicepresidente della giunta regionale, Pompili, ho avuto l’onore di moderare, durante il dibattito sullo sviluppo della Provincia a nord-est di Roma, anche il vicepresidente del Consiglio della Regione Lazio, Carlo Lucherini, l’assessore all’urbanistica del Comune di Tivoli, Franca Capone, e il Presidente della “Rete Civica” Umberto Calamita. Inoltre, per il comizio di chiusura sono intervenuti Andrea Ferro, Segretario della Federazione Ds di Tivoli e il Senatore DS Mario Gasbarri (ora, membri del pd).

Se l’attività politica sta vivendo una stagione felice, non altrettanto si può affermare per ciò che riguarda l’attività consiliare. Nonostante tutti i ricorsi, le denunce, e gli esposti alla Corte dei Conti, al TAR del Lazio, alla Procura della Repubblica e alla Prefettura di Roma circa le irregolarità perpetrate dall’amministrazione Gabrielli-Di Pietro, nulla si è mosso. A cominciare dall’incompatibilità dell’assessore all’urbanistica Di Pietro (approfitto per ricordare che 18 mesi fa l’allora Prefetto di Roma Achille Serra concesse dieci giorni di tempo al Sindaco per rimuovere la causa di incompatibilità, pena il ricorso alle competenti autorità per i provvedimenti ritenuti del caso), proseguendo con l’impossibilità di accedere e/o ottenere copia degli atti amministrativi (quasi sempre riguardanti l’ufficio tecnico) e ancora, il falso in bilancio, il rilascio di concessioni edilizie allegre, l’abusivismo dilagante anche in zone protette – vedi aree SIC: sito di interesse comunitario -.

Alla luce dei fatti sopra citati, quando un giocatore gioca con un mazzo di carte truccare e nessuno interviene, penso sia del tutto improduttivo continuare a giocare.
Per quanto esposto intendo concludere lanciando un appello alle due minoranze, amaro e carico di speranza ad un tempo: disertiamo questo inutile Consiglio comunale che, grazie all’indolenza degli organi istituzionali preposti al controllo, continua a prevaricare ogni regola democratica e riversiamo le nostre energie nella costruzione di un’alternativa chiara e credibile, guidata da uomini e donne giovani che sia in grado di rappresentare un polo d’aggregazione positivo per Sant’Angelo Romano.

Roberto Cornacchia
consigliere comunale di Sant’Angelo Romano