PRG: affidare l’agnello al lupo

PRG: affidare l’agnello ad un lupo

Bastano poche righe della relazione preliminare per capire quale sarà la direzione di questo PRG.
Nella relazione si trovano frasi a dir poco inquietanti riguardo, in particolare, alla edilizia residenziale (o meglio alle contraddizioni tra quanto affermato nella relazione e quanto espresso in numeri nelle volumetrie), al concetto ed all’importanza attribuita alla pianificazione ed infine all’atteggiamento che questa amministrazione intende assumere nei confronti dell’abusivismo edilizio.
Cominciamo dal primo punto, l’edilizia residenziale.
A pag. 19, punto 3.1, troviamo la sintesi del grande progetto che si appoggia su basi ridicole; secondo il piano il nostro paese non tiene più nel minimo conto l’agricoltura e non dipende più dal “posto fisso a Roma”. Con questo piano, secondo loro, non subiremo l’effetto Roma ma lo accompagneremo. Per questi motivi “occorre pensare alla riconoscibilità di attività produttive plurifunzionali, industria leggera ed artigianale, outlet, entertainment center, ricerca, comunicazioni, turismo, cura, arte e tempo libero, limitando al fisiologico quella residenziale (di edilizia n.d.r.).”
Un piano serio, basato su dati concreti, dovrebbe presentare dati statistici sull’occupazione nel nostro paese come per esempio:
quante persone lavorano a Roma percentualmente rispetto al resto degli occupati?
tenendo conto delle dimensioni medie dei terreni agricoli, preso atto del fatto che nessuno (o quasi) potrebbe vivere di agricoltura, quanto incidono sul bilancio familiare le produzioni proprie di ortaggi, frutta, olio, vino e quant’altro e quanti altri benefici ne derivano in termini di salute?
Detto ciò vorremmo sapere:
cosa significa l’accompagnamento dell’effetto Roma e cioè come si traduce praticamente?
quali strumenti sono stati messi a punto per evitare che l’espansionismo della capitale ci travolga?
che significa “riconoscibilità delle attività produttive”?
Infine l’ultima domanda:
cosa significa residenziale ridotto al fisiologico?
come si sposa questa frase con il passaggio previsto da 3600 a 7100 abitanti?
Questo per Voi significa “fisiologico”?
Onestamente pensavamo che per fisiologico si intendesse la quantità di famiglie residenti sulla quale calcolare l’indice di natalità e magari qualche altro coefficiente maggiorativo, tanto per stare tranquilli.
D’altronde le norme nazionali prevedono un aumento MASSIMO della popolazione pari al 3% annuo, cioè il 30% totale visto che il PRG ha una durata di 10 anni che tradotto in cifre fa circa 4700 abitanti.
Questo significa che il minimo fisiologico è al di sotto di questo valore.
Partendo da simili presupposti si passa ad accettare in modo naturale il secondo punto (o dubbio) relativo alla pianificazione.
Non ci si stupisce affatto nel trovare a pag. 5, punto 1.3, una frase come “superamento della rigidità della pianificazione”. Un’affermazione veramente esilarante rafforzata in modo preoccupante nel successivo punto 1.4 dal quale si evince il modo nel quale verranno affrontati gli abusi:
“il superamento, difficoltoso, del concetto di controllo della spontaneità dello sviluppo e del freno alle iniziative private” condito poi dalla resa incondizionata:
“mai veramente sopito da alcun tipo di amministrazione”.
Ora si che ci sentiamo tranquilli!!!
Ma ancora più divertente ci risulta questa affermazione a pag. 19, punto 3.2:
“…si rende necessario assumere a modello insediativo quello di chiusura degli interstizi interni alle varie centralità rilevabili…”
Basta guardare la cartografia per rendersi conto di quanto questo sia vero. L’unico problema è che per interstizi siano stati considerati non gli spazi interni alle zone già edificate bensì tutti quelli …. non ancora edificati, cioè TUTTO.
Azzardiamo una previsione:
mentre tutti gli abitanti si ritengono avvantaggiati ritrovandosi con i terreni decuplicati di valore passando da agricoli a edificabili con il progetto di portare da 3600 a 7100 il numero di abitanti, la Regione pretenderà di rimanere all’interno dei parametri previsti, cioè il 30%, e questo li giustificherà del sacrificio di alcuni terreni che rimarranno agricoli…
Vogliamo giocare al totoesclusione?