La ditta “indagata” vince al TAR potrà fare i lavori nella scuola

I giudici annullano il contratto per l’adeguamento sismico in una scuola di Sellia Marina ordinando il subentro nei lavori del ricorrente, una ditta “indagata” che non può contrattare con la Pubblica Amministrazione.

Antonio Anastasi, 27 dicembre 2023

CATANZARO – Il Tar della Calabria ha annullato il contratto per i lavori di adeguamento sismico ed ampliamento della scuola primaria di Sellia Marina. Lavori inizialmente aggiudicati alla PF Costruzioni di Francesco Guzzi, con sede legale a Botricello. E ha ordinato il subentro della ricorrente vittoriosa, la 2C Costruzioni, con sede a Sant’Angelo Romano, il cui socio e amministratore unico è Rosina Colosimo anche se amministratore di fatto è il marito, il crotonese Artemio Laratta, dal giugno scorso sottoposto al divieto di contrattare con la pubblica amministrazione (per la durata di un anno) in relazione a più ipotesi di turbativa d’asta contestategli nell’ambito della maxi inchiesta della Dda di Catanzaro che ha portato all’operazione Glicine-Acheronte.

Secondo il collegio presieduto da Giancarlo Pennetti, «nulla osta a disporre l’integrale subentro della ricorrente 2C Costruzioni» il cui titolare di fatto, secondo la Dda di Catanzaro, sarebbe stato uno degli imprenditori di riferimento dell’ex consigliere regionale Enzo Sculco, presunto dominus di un comitato d’affari, con riguardo agli appalti dell’Asp e dell’Aterp di Crotone, e avrebbe rapporti con le cosche del Crotonese, in particolare quelle dei Trapasso di San Leonardo di Cutro e dei Megna di Papanice, anche se il gip distrettuale ha escluso nei confronti di Laratta l’aggravante mafiosa.

IL TAR ACCOGLIE IL RICORSO E ORA LA DITTA “INDAGATA” POTRÀ FARE I LAVORI NELLA SCUOLA

Il Tar ha accolto il ricorso predisposto dagli avvocati Paolo Clarizia, Giovanni La Fauci, Pier Paolo Nocito, che hanno evidenziato che PF Costruzioni, quantunque priva di attestazione Soa (la certificazione obbligatoria per partecipare ad appalti per importi superiori a 150mila euro) per le categorie richieste dal disciplinare di gara, ha per un verso fatto ricorso all’avvalimento dalla società Greco, per la sola categoria prevalente OG1, non essendo ricorsa all’avvalimento o al subappalto cosiddetto “necessario” per la categoria scorporabile a qualificazione obbligatoria OG11, sebbene ne fosse sfornita.

L’appalto, per l’importo di poco più di un milione di euro a base d’asta, era stato aggiudicato, nel marzo scorso, dalla Centrale unica di committenza dei Comuni di Botricello, Cropani e Sellia Marina, alla PF Costruzioni. La 2C Costruzioni aveva però chiesto al Tar l’annullamento della gara. Il Tar diede ragione in un primo tempo alla PF confermando l’aggiudicazione ma, in seconda istanza, il CdS ha accolto l’istanza cautelare e sospeso l’atto impugnato. La decisione del CdS è del 7 luglio scorso, quindi successiva di qualche giorno all’operazione Glicine, scattata il 27 giugno. In seguito alla pronuncia del CdS, il Comune ha sospeso pertanto i lavori che erano iniziati da una decina di giorni.

LA DECISIONE DEL SECONDO RICORSO CHE HA RIBALTATO TUTTO

Il 19 dicembre, la nuova pronuncia del Tar che, in particolare, liquida rapidamente, per «assoluta genericità», una memoria della PF che, ritenendo inammissibile il ricorso di 2C, produceva le carte dell’inchiesta antimafia evidenziando, tra l’altro, che non può affatto escludersi che la ricorrente non ottenga il rinnovo dell’iscrizione alla white list. PF aveva trasmesso le carte dell’inchiesta anche alla Prefettura di Roma, che non ha adottato provvedimenti. Dopo la nuova decisione del Tar, PF ha diffidato il Comune e ha riscritto sia alla Prefettura di Roma che al ministero dell’Interno e alla Procura di Catanzaro annunciando che «ogni atto intimidatorio, danneggiamento ed eventuali attentati all’incolumità pubblica della scrivente e dei suoi familiari sono a capo delle istituzioni coinvolte». La missiva dell’imprenditore Guzzi si chiude con amarezza: «Ancora una volta la ‘ndrangheta ha vinto, lasciata libera nella gestione dei soldi pubblici».

Fonte: sito web quotidianodelsud.it