Sette morti sospette di anziani

Sette morti sospette di anziani

ordinanza custodia per Stazzi

L’uomo è già in carcere, con l’accusa di essere stato un “angelo della morte” nella casa di riposo Villa Alex di Sant’Angelo Romano, dove lavorava come infermiere.


Sette morti sospette di anziani ordinanza custodia per Stazzi Angelo Stazzi
Svolta nelle indagini sul presunto serial killer di anziani, l’angelo della morte di Roma: gli agenti della squadra mobile capitolina, guidati da Vittorio Rizzi, stanno notificando un’ordinanza di custodia cautelare in carcere ad Angelo Stazzi, con l’accusa di aver ucciso sette anziani, 5 uomini e due donne, dal gennaio all’ottobre 2009, nella casa di riposo Villa Alex di Sant’Angelo romano, dove l’uomo lavorava come infermiere.

L’ordinanza di custodia cautelare è stata firmata dal gip di Tivoli Alfredo Bonagura su richiesta del pm Gabriella Fazzi, sulla base delle indagini svolte dal team “cold case” della squadra mobile di Roma, specializzata nei delitti irrisolti. Stazzi è recluso, dopo essere stato rinviato a giudizio, in attesa della sentenza della Corte di assise di Roma, per l’omicidio di una donna, Maria Teresa Dell’Unto.

Dell’Unto, infermiera del Policlinico Gemelli ed ex collega di Stazzi, era scomparsa nel 2001: un caso archiviato nel 2005, poi riaperto nel 2008 e risolto dalla squadra “cold case” capitolina nel 2009: dopo otto anni ritrovato anche il corpo della donna, sepolto nel giardino di una vecchia abitazione di Stazzi a Montelibretti. Le indagini sulle morti dei sette anziani sarebbero nate da alcune intercettazioni disposte nell’ambito dell’omicidio Dell’Unto.

“Grave ipoglicemia determinata dalla somministrazione di farmaci” è stato questo il il filo conduttore che ha guidato gli investigatori dell’Unità delitti insoluti della Squadra Mobile di Roma, diretti da Vittorio Rizzi, a chiudere il cerchio investigativo intorno a Stazzi. Che somministrava alle vittime prima dosi massicce di psicofarmaci per abbassare le difese, inducendo uno stato di torpore, poi iniezioni letali di insulina. Nessuno degli anziani deceduti era diabetico o aveva gli psicofarmaci rilevati inseriti nelle terapie. Identica la dinamica della morte: avevano un malore, dopo di che cadevano in una sorta di torpore, poi il coma ipoglicemico a cui subentrava, anche a distanza di due mesi, la morte.

(28 novembre 2011)

Fonte: quotidiano La Repubblica