Abusivismo edilizio

Sant’Angelo, sotto inchiesta pratiche di condono del 2003

Sequestrati due armadi contenenti documenti da verificare

Il nuovo procuratore capo di tivoli Luigi De Ficchy in più occasioni ha parlato di una vera e propria devastazione del territorio

Il rischio è che le pratiche di condono siano in qualche modo “taroccate” producendo documentazione non conforme


Pratiche di condono 2003 sotto inchiesta a Sant’Angelo Romano. Nei giorni scorsi i carabinieri hanno sequestrato due armadi contenenti circa quattrocento domande di concessione in sanatoria – alcune già evase e alcune ancora da chiudere – per immobili realizzati sul territorio comunale  entro il 31 marzo 2003. Le indagini aperte tendono ad accertare se corrisponda a verità quanto dichiarato da chi ha presentato le istanze, in particolare se le costruzioni per le quali è stata chiesta la sanatoria fossero davvero già state edificate entro i termini indicati dalla legge.
Il rischio – che la procura deve verificare – è che le pratiche di condono siano in qualche modo “taroccate” producendo documentazione non conforme. Per esempio: foto di case e villette che in realtà sui terreni in questione  non esistevano.
L’abusivismo edilizio è tra le emergenze della Procura di Tivoli. Già l’ex procuratore, Elio Costa, lo aveva messo nero su bianco in una circolare inviata ai suoi sostituti: massima attenzione a tutte le forme di aggressione al territorio e all’ambiente. Il che significa avviare a rapida definizione i 1157 processi pendenti relativi a reati “edilizi” e in particolare quelli che configurano le forme più gravi di attacco al territorio di competenza del tribunale: settantacinque comuni per un bacino d’utenza che supera i 450.000 abitanti.
Emergenza che ha sottolineato e ribadito anche il successore di Elio Costa, il nuovo procuratore capo di Tivoli Luigi De Ficchy durante un’audizione presso la commissione Sicurezza della Regione. De Ficchy in quell’occasione ha parlato di una vera e propria devastazione del territorio di competenza del tribunale che conta settantacinque comuni: non solo “abusivismo di necessità” ma anche complessi immobiliari importanti, come uno a Guidonia composto da settanta appartamenti. Tutto mentre i comuni dimostrano una certa riluttanza a mandare avanti le demolizioni una volta che si chiude l’iter giudiziario e che quindi i casi sono definiti.

Fonte: quotidiano Cinque Giorni del 25 giugno 2009 – pag. 13