Il Botanico: Un Ambiente Ricchissimo

“Quello della Valle del Tevere è sempre stato un ambiente ricchissimo da un punto di vista sia floristico che faunistico”, spiega il Prof. Marco Giardini, botanico, ricercatore presso il laboratorio di Paleobotanica del dipartimento di biologia vegetale dell’Università La Sapienza.

“I fiumi di per sè possono ospitare un numero di specie, sia di piante che di animali, elevatissimo, specialmente fiumi grandi come il Tevere e più il fiume è grande e più gli ambienti che possiamo trovare al suo interno sono numerosi e variegati. Questi ambienti sono caratterizzati da specie di piante differenti. Nello specifico del Tevere troviamo al suo interno idrofite, ossia piante acquatiche, sulle sponde elofite cioè piante che hanno le radici nell’acqua ma il fusto fuori, vegetazione igròfila, cioè che necessita di umidità, e, all’esterno, un ambiente boschivo nella fattispecie soprattutto querceti. Molte piante dunque, alcune anche di una certa bellezza e rarità. Per esempio mi è capitato di rivenire, nella zona in questione, un esemplare rarissimo nel Lazio chiamato Lycopus Exaltatus, rinvenuto precedentemente solo in altre due località della nostra regione. Numerose anche le specie animali, è possibile trovare crostacei, anfibi, rettili, uccelli acquatici e mammiferi. Un ecosistema splendido e ricco di vita quello della Valle del Tevere, una vera fortuna averlo nel nostro territorio”.

Il Tevere, dove inquinare si può:
Nonostante vanti il maggior numero di controlli da parte del Corpo Forestale dello Stato, il Tevere è senza dubbio il fiume italiano più tartassato dai reati fluviali.

Nonostante vanti il maggior numero di controlli da parte del Corpo Forestale dello Stato, il Tevere è senza dubbio il fiume italiano più tartassato dai reati fluviali: pesca illegale, inquinamentro delle acque, mancata depurazione e sversamento di sostanze inquinanti o tossiche. I reati in questioni sono stati 266 solo nel 2006 come riportato da Legambiente con la conseguenza che il Lazio si conferma la regione con il più alto numero di illeciti fluviali commessi dal 2003 al 2006: 26 reati ogni mese, per un totale di 1.183 tra amministrativi e penali. Qualche dato: oltre 14.200 i controlli sul territorio in quattro anni con una media di oltre 10 al giorno, 185 i sequestri amministrativi e penali, 400.000 euro il totale delle multe a fronte di 789 illeciti per pesca illegale, 242 per sversamento di sostanze inquinanti. Il tutto nel periodo 2003-2006. Tra le province con più illeciti il primato spetta a Latina, seguita da Rieti e dopo da Roma.

Un disastroso record
Anguille contaminate da sostanze pericolose, come Pcb e ritardanti di fiamma bromurati. È quanto emerge da uno studio di Greenpeace pubblicato nel 2005, in cui l’associazione ambientalista ha analizzato campioni provenienti da 20 fiumi e laghi di 10 Paesi europei, riscontrandovi concentrazioni di ritardanti di fiamma bromurati. In Italia, i campionamenti sono stati effettuati nel lago di Bracciano e nel fiume Tevere. Dopo il Tamigi, le anguille nel fiume della Capitale sono fra le più contaminate d’Europa.

Autore: Antonio Santucci

10/12/2007

Fonte: L’Eretino