Variante Generale al PRG

Variante Generale al PRG: primo passo verso l’approvazione

A quanto sembra siamo arrivati agli sgoccioli per quanto riguarda la Variante Generale al P.R.G. e forse non tutti ne saranno felici.
Il motivo per alcuni è che forse non vedranno soddisfatte le proprie aspettative di “espansione edilizia” ma questo aspetto è assolutamente normale. Tutti sperano di potersi ritrovare proprietari di un pezzo di terra che dall’oggi al domani cambia radicalmente di valore.
Questo però è un punto di vista “privato”, che quindi non dovrebbe minimamene influenzare le decisioni degli amministratori il cui UNICO compito è perseguire il bene della collettività e non gli interessi privati di alcuni.
Mentre altri (tra i quali noi della Redazione) speravamo in uno sviluppo sostenibile, che lasciasse la maggior parte del territorio a disposizione anche delle generazioni future in forma di spazi verdi (o altro da concordare) e non lastricati di cemento (per di più privati ma non di cittadini di Sant’Angelo bensì di società di costruzioni che speculeranno sulle nostre terre!!), le notizie che ci giungono sono sconfortanti. Previsioni di aumento della popolazione pari al 60% che facendo un conto veloce fanno altre 2.160 persone (il 60% di 3.600 attuali, a quanto sostiene il comune). Addirittura ci eravamo illusi che il progetto Agenda 21 facesse breccia nelle loro menti ma non è stato così: avrebbero dovuto concordare lo sviluppo con imprenditoria e parti sociali e invece non sappiamo neanche se riusciranno a mettersi d’accordo fra loro.
E’ singolare comunque che su questo tema si siano trovati tutti d’accordo (con l’esclusione di qualche “comunista”) e che abbiano deciso di convocare un Consiglio Comunale in Seduta Straordinaria Urgente il 10 agosto per il giorno successivo (grandi lavoratori i nostri amministratori, tutti al lavoro mentre gli altri oziano al mare).
Singolare è inoltre la discussione (nello stesso consiglio) di due alienazioni, un appartamento ed un terreno, di cui uno (l’appartamento) completo di ogni indicazione (foglio, particella e quant’altro) e l’altro (il terreno) senza alcuna specifica.
Ci hanno bruscamente svegliati dal nostro sogno ma altri sognano ancora.
Il Comune di Palombara Sabina ha pubblicato sul proprio sito i documenti della Variante Generale del P.R.G. indicando cause e possibili soluzioni ai problemi di tutti i comuni della provincia di Roma, affetti da dipendenza nei confronti della Capitale che si sono tradotti non solo in dipendenza dalle opportunità economiche ma anche in una totale perdita di identità.
Il dito Palombara lo punta innanzitutto sugli abusi edilizi aprendo la relazione con una serie di considerazioni sullo stato del proprio territorio e affermando alla fine che tutti i paesi della provincia vivono in “un territorio senza legge e senza futuro che l’orda barbarica dell’abusivismo ha ormai invaso, soggiogato e preso in gestione.”
A questa triste enunciazione però Palombara non si arrende e stila un documento tutt’altro che rassegnato.

Abbiamo estratto alcuni significativi passi dalle Norme Generali che ci piacerebbe fossero enunciate nel nostro nuovo P.R.G. (ma ne dubitiamo, o almeno dubitiamo sulla effetiva eventuale applicazione).

…il presente progetto di Variante Generale del Piano Regolatore…. fissa i seguenti termini di riferimento:

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Radici, cultura, tradizioni e storia sono le sole matrici di uno sviluppo sostenibile capace di confrontarsi con le trasformazioni planetarie delle quali si deve essere sempre e solo protagonisti e mai solo vittime.

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La qualità della vita nel territorio comunale è una priorità di fronte all’economia come all’ecologia, all’occupazione come all’assistenza.

L’uguaglianza deve rappresentare un concetto di “pari opportunità nella diversità” garantendo la dignità umana, ma favorendo la dinamica, l’iniziativa e la competitività imprenditoriale

L’innovazione deve configurarsi come crescita per tutti con attenzione ai più deboli….

Tra la Sabina romana e Roma si interpone l’area metropolitana, costituita di fatto dai comuni di cintura a Roma.

Lo stato attuale è di assoluto decadimento.

La pendolarità regna sovrana, la emigrazione verso Roma delle forze giovanili squilibra sempre più l’invecchiamento della popolazione, l’impoverimento culturale delega sempre più alla televisione la formazione di cultura, di modelli e di aspettative di vita.

La produzione di reddito economico, che non derivi dalla pendolarità, è costituito principalmente dalla agricoltura poi dai servizi e minimamente dal turismo.

Il territorio comunale è per lo più piantumato a case ed edilizia residenziale privata, prevalentemente come seconda casa di non residenti, con una spaventosa predominanza di abusivismo o meglio di crescente autonomia gestionale della proprietà terriera che ha avuto come conseguenza il totale consumo del territorio comunale.

In conclusione un contesto uguale a tutto il territorio della Regione Lazio, dove non c’è cultura della programmazione, dove il solo limite all’edificazione è costituito dall’impervietà, che rende i costi fuori mercato, dove i sofismi sui lotti minimi, sull’unità minima, sulla protezione del territorio agricolo hanno il solo effetto di accelerare i processi di compromissione di aree vaste, di occhieggiare alla cultura del furbo, di disperdere una marea di risorse finanziarie in rendita di attesa del “Dio” mattone.

Unico risultato un panorama desolante di degrado ambientale e sociale, dove una grande quantità di edilizia incompiuta racconta la triste storia di genitori oggi ultra sessantenni che hanno fatto ogni sacrificio, sfidando ogni norma, pagato ogni condono per avere una casa loro, con i piani superiori (vuoti), destinati a figli emigrati in altra parte del territorio regionale e nazionale, inutili monumenti ad un mondo che non c’è più e valori immobiliari in attesa di mercato.

La causa principale dei problemi è la vicinanza con Roma, dato che l’effetto di questa vicinanza è la pendolarità, la rassegnazione alla dipendenza delle opportunità che offre la metropoli, la coscienze dell’enorme difficoltà di costruire iniziative.

Siamo quindi di fronte ad un contesto che, in un diagramma di Gant, come punti di debolezza accumula:
• Totale dipendenza del pendolarismo su Roma
• Assenza totale di attività produttiva dinamica (le sole imprese esistenti forniscono materiale da costruzione per il mercato locale anche informale ed attrezzature per l’agricoltura)
• Costante progressiva perdita di risorse giovanili
• Assenza di struttura ricettiva del turismo
• Progressiva perdita di riferimenti istituzionali
• Assoluta impermeabilità a disegni strategici per una cronica mancanza di fondi

I punti di forza possono invece essere rappresentanti da:
• Collocazione geografica strategica
• Nodi di comunicazione di mportanza regionale accessibili
• Classe politica cosciente ed illuminata (beati loro!! – n.d.r.)
• Risorse naturali (terme e parco dei Lucretili) (per noi sarebbero: Pozzo del Merro, Macchia di Gattaceca e Collegrosso, Poggio Cesi – n.d.r.)
• Riferimento storico per l’area

Vogliamo concludere con un immenso augurio per l’Amministrazione Comunale di Palombara Sabina, speranza anche nostra per il raggiungimento dei risultati attesi.
La Redazione si augura che Palombara possa di nuovo essere punto di riferimento per i comuni della Sabina Romana, della quale ci sentiamo appartenenti, e spera in una solida alleanza in questa battaglia.
Tra i problemi non elencati vi vogliamo segnalare la confusione tra politica nazionale e locale. Nella gestione di un piccolo comune come il nostro i partiti politici non andrebbero minimamente presi in considerazione. Non lo abbiamo mai fatto apertamente ma abbiamo sempre apprezzato l’operato, ad esempio, di Fabio Scardazza che rappresenta la porzione più a”a destra” dello schieramento attuale (a parte qualche episodio che siamo certi poteva con lui essere discusso ed approfondito). Se infatti la nostra amministrazione, di centro-destra come quella del comune di Palombara, è arrivata a conclusioni opposte rispetto a Palombara ci sarà un motivo!!