L’ultima pietra del Partenone

di Caterina Amicucci

In questi giorni, fra tutto quello che viene scritto e condiviso in rete sulla Grecia, é circolato molto il documento delle proposte greche con le correzioni in rosso della Troika.  Da questo testo si é dedotto che i punti di maggiore disaccordo fra le parti siano l’aumento dell’Iva e la questione delle pensioni,  che di fatto per molte famiglie rappesantano oggi l’unica fonte di ingresso. A questo documento stranamente mancano delle pagine, ovvero la parte finale riguardante il programma di privatizzazioni imposto dalla Banca centrale, il Fondo monetario internazionale e la Commissione europea come condizione del piano di salvataggio nel 2012.

Una lettura del documento finale completo, circolato molto meno dell’altro, aiuta a capire perchè “la proposta” della Troika è inaccettabile.

Prima di tutto occorre dare uno sguardo a questo agghiacciante sito-web. Si tratta della pagina ufficiale del Taiped o Fondo per lo Sviluppo degli Asset della Repubblica Ellenica (Hrdaf). In questo fondo durante il precedente governo, è stato trasferito l’intero patrimonio pubblico della Grecia: porti, aeroporti, ferrovie, imprese statali, proprietà immobiliari, perfino isole e spiagge. Obiettivo: dare un prezzo a ogni cosa e vendere tutto a investitori privati.

Ovvero disfarsi dell’intero patrimonio pubblico del paese, fino all’ultima pietra del Partenone se necessario, per ripagare il debito. L’elenco delle vendite effettuate é visionabile sullo stesso sito: vi troviamo la lotteria di stato, acquisita per altro da un consorzio al quale partecipa anche la Lottomatica, la società del calcio scommesse , numerose proprietà immobiliari.

Le privatizzazioni dei settori strategici erano previste per il 2015 nonostante già lo scorso anno il tentativo di vendere la società che gestisce il servizio idrico di Salonicco era stata fermata da un referendum cittadino e dal parere contrario della Corte costituzionale. Dopo le elezioni di gennaio, intenzione dichiarata del governo Tsipras era fermare il programma di svendita e  privatizzazioni.

Per questo al punto 10  della “proposta” della troika si legge : “Il Consiglio direttivo del Hrdaf dovrá approvare il suo piano di sviluppo degli asset privatizzando tutto ciò che era giá incluso nel fondo prima del 31 dicembre del 2014. Ed il governo deve approvare il piano”.

A dicembre del 2014 Tsipras non era ancora stato eletto. Sostanzialmente si tratta di una vera e propria esautorazione del governo dalla gestione della cosa pubblica che equivale di fatto ad un commissariamento. Lo stesso capitolo prosegue intimando di prendere “misure irreversibili” per concludere le privatizzazioni giá in corso dei porti del Pireo e di Salonicco, delle ferrovie e degli aeroporti regionali.

Nessun governo che voglia conservare un minimo di sovranità nazionale potrebbe accettare una cosa del genere. Ed il dramma greco è esattamento questo, subire il primo esperimento applicato e perseguito con tenacia  da anni, di una nuova forma di stato nazione senza alcuna sovranità. È l’approdo finale di un processo che il neoliberismo costruisce con pazienza da tre decadi.

Fonte: sito web comune-info